Serena Lo Bue: “Mi è servito un incidente per capire cosa voglio… nel 2016”

Serena Lo Bue: “Mi è servito un incidente per capire cosa voglio… nel 2016”

Terzo appuntamento sui sogni, i rimpianti, i progetti dei nostri cinque atleti azzurri. Dopo Emanuele Gaetani Liseo e Mirko Cardella tocca a una fuoriclasse del canottaggio siciliano e mondiale raccontarsi a RS.
Serena Lo Bue
Serena Lo Bue

Pensi a Serena Lo Bue e ti viene in mente Carmine Abbagnale. Paragone azzardato? Nient’affatto! E per almeno tre motivi.

Il primo, perché siede da sempre al secondo carrello del due senza pluricampione del mondo, europeo, italiano, proprio come Carmine ha fatto nel due con che lo ha reso un mostro sacro dello sport.

Il secondo, perché Serena è una di poche parole, che preferisceascoltare, osservare, lavorare in silenzio, esattamente come Carmine.

Il terzo, perché in barca è lei la più piccola e tenace. È il motore dell’equipaggio. Lo era pure Carmine sul due con che ha fatto impazzire Galeazzi (e gli italiani).

Da sinistra, Giuseppe e Carmine Abbagnale
Da sinistra, Giuseppe e Carmine Abbagnale

Nello sport, però, se èdifficilissimo costruire una carriera vincente e mantenersi sempre ai vertici – nonostante abbia solo vent’anni, Serena ha vinto cinque medaglie ai Mondiali, cinque agli Europei e 14 ai Campionati italiani, di cui nove titoli – è molto semplice “cadere”. In qualche modo, è quel che è successo a Serena nell’ultimo anno. E non certo per colpa sua: qualche problema fisico e poi un incidente in motorino l’hanno strappata ai campi di regata per un po’. E lei, come una leonessa in gabbia, ha ruggito, camminato avanti e indietro, finché la porta non si è riaperta. Con tutta se stessa ha corso per recuperare la strada perduta, per raggiungere il gruppo.

Nessuno l’ha aspettata – è lo sport, è la vita! – tranne la sorella Giorgia. Giusto il tempo di vincere altri due titoli italiani. Troppo poco per lei, che a Rowing Sicilia racconta il suo 2015 e che cosa si aspetta dal 2016.

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Serena e Giorgia Lo Bue durante al finale dei Tricolori 2015

“E’ stato un anno difficile”, spiega Serena. “Se tornassi indietro non smetterei mai di credere in ciò che più mi piace ovvero il canottaggio, perché sin da quando è iniziata la preparazione invernale mi sono lasciata distrarre da fattori esterni, perdendo di vista il mio vero obiettivo.
Poi, di fatto, l’evento più negativo è stato quel maledetto incidente avuto in motorino a marzo: ho perso praticamente tutta la stagione per colpa della frattura dei legamenti del piede e di vari tendini schiacciati”. Non tutti i mali, però, vengono per nuocere. “L’unica cosa positiva legata all’incidente è stata l’avercapito ciò che volevo realmente, ovvero allenarmi e migliorare. Vedere mia sorella e gli altri miei compagni allenarsi, mentre io ero con le stampelle, è stata una sofferenza. Per via di queste vicende, nel 2016 spero solo di riuscire ad allenarmi senza grossi intoppiper gareggiare al meglio. Poi, quel che sarà, sarà…”.

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